Il Porto

Il Porto

Il Porto di Bisceglie

L'antica morfologia del porto di Bisceglie presentò sin dai tempi più remoti delle buone caratteristiche al rifugio di imbarcazioni. Tale insenatura è sempre stata protetta dalle mareggiate provenienti da nord , anche grazie a grossi scogli naturali che si trovavano in corrispondenza dell'innesto del nuovo molo, ed ha offerto una buona protezione dalle mareggiate che arrivavano da est. Inoltre, la presenza di una spiaggia con la giusta pendenza, che consentiva di tirare a secco piccole imbarcazioni, agevolò sin dai tempi più remoti la stabilizzazione di una comunità di pescatori intorno all'insenatura marina. Nel periodo medioevale, probabilmente si assiste ad una divisione n due zone del bacino, almeno come uso e consuetudine di attracchi. La zona compresa fra il vecchio molo e palazzo Mazzalorsa è la sede preferenziale per il naviglio di maggiore stazza (mercantile e militare), mente la spiaggia di Salnitro, ovvero l'attuale scalo di alaggio, è destinato a pescatori. Nel periodo aragonese, a seguito del rifacimento delle mura, anche l'ansa portuale subì qualche opera di allineamento in corrispondenza del bastione di San Martino e del “vecchio molo diruto” che si trovava in proiezione dell'antica porta di mare, attualmente murata. In questa epoca è probabile che la settorializzazione del porto – mercantile-militare a est e peschereccio a ovest - venga ufficializzata. Nel 1747 iniziarono i lavori del molo vecchio, che furono ben presto abbandonati a seguito di una tempesta che ne danneggio le opere avviate. Le opere, su progetto dell'ingegnere regio Giovanni Buompiede, ripresero nel 1773 e vennero portate a compimento rapidamente. In quel periodo il porto divenne di I categoria perché fu ritenuto il più sicuro di tutto l'Adriatico, dopo quello di Brindisi.In questo periodo vi era una modesta flottiglia locale, con navi di piccolo e medio cabotaggio per la navigazione mercantile, che svolgeva una florida attività di commercio marittimo. Nel 1809, sotto il regno borbonico, la città venne dotata di un progetto significativo, redatto dall'ingegnere Giuseppe Gimma, che inquadrava in generale le problematiche e proponeva la soluzione attraverso la costruzione di due moli. Negli anni successivi furono avviati i lavori per la risistemazione del vecchio molo borbonico, ma la realizzazione di un molo di ponente, così come proposta dal progetto Gimma, venne abbandonata. Dopo qualche anno, venne presentato un progetto che prevedeva il prolungamento del vecchio molo borbonico, sullo stesso modello che verrà accolto per i porti di Barletta e di Molfetta. Intanto, all'indomani della costruzione della ferrovia (1864), il nuovo mezzo di comunicazione giocò un ruolo assorbente nei confronti dei traffici marittimi, mettendo rapidamente in crisi anche il sistema portuale biscegliese. Agli inizi del '900 seguirono altri lavori di risistemazione delle banchine, ma si presentavano sempre i problemi derivanti dalle mareggiate da nord. Nel 1970 venne realizzato il nuovo molo di ponente, danneggiato da violenti mareggiate dopo qualche anno. Con la costruzione di questa ultima opera si è rinunciato ad avere nel bacino portuale fondali più alti. Per questo l'orientamento delle attività portuali è stato orientato verso l'ormeggio di imbarcazioni da diporto e di pescherecci di piccola e media stazza. Negli anni ottanta si aprì il dibattito sulla necessità di costruire un nuovo porto - canale turistico in prossimità della Lama Paterno, sul confine comunale con Trani. Dopo aspre polemiche il progetto venne abbandonato. Attualmente nel porto di Bisceglie ormeggiano numerose imbarcazioni da diporto, lungo i pontili galleggianti appositamente costruiti sul lato della spiaggia e lungo il nuovo molo. Mentre il vecchio molo borbonico è destinato alla flotta peschereccia biscegliese. La sede della Capitaneria di porto è ubicata nel palazzo comunale dell'ex mercato ittico, a est del bacino portuale.

Pagina aggiornata il 11/06/2025

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